CAPITOLO 12
Decisioni e obiettivi
Quando la vita di coppia diventa un percorso tortuoso e la relazione qualcosa di confuso e incerto, anche la capacità e la lucidità di prendere decisioni importanti sembra svanire.
Di fronte a una crisi con il proprio partner o a un rapporto problematico, molte persone rimangono spesso bloccate nel dubbio su cosa sia giusto fare o non fare, se andare avanti nella relazione o troncarla, creando in molti casi una condizione di stallo.
Di fronte a un problema, tutti reagiamo istintivamente andando alla ricerca di una soluzione.
Anche se non sempre ci facciamo caso, in svariati momenti della giornata sottoponiamo frequentemente la nostra mente alla ricerca di soluzioni per fronteggiare le più disparate situazioni che incontriamo in famiglia, sul lavoro, con gli amici, in merito alla salute, alle finanze, ecc. Usando i dati in nostro possesso, di fronte a un problema da risolvere - piccolo o grande che sia - la mente calcola, stima, paragona e infine elabora possibili soluzioni da adottare. Quello che non fa la mente (che è comunque uno strumento a disposizione della persona) è di prendere decisioni. La mente elabora e presenta una o più soluzioni, ma chi le valuta e stabilisce quale usare o adottare sei tu.
Qui entriamo in un ambito un tantino filosofico e spirituale. La mente e l'essere sono parti ben distinte, certamente collegate e in rapporto tra loro, ma con ruoli decisamente diversi.
Varie teorie, filosofie e scuole hanno portato molta confusione su questo argomento, alcune arrivando anche ad affermazioni molto discutibili del tipo “mente, corpo e anima sono una sola cosa”!
Pur non essendo il tema di questo libro, voglio fare un po' di chiarezza su questo argomento. Il corpo umano è una macchina composta da organi, apparati e fluidi; la mente, invece, è un grande contenitore che registra e immagazzina senza sosta immagini mentali, pensieri, considerazioni e decisioni che la persona prende o non prende; ha le funzioni tipiche di un grande archivio per le cose del passato, e di una grande lavagna su cui creare immagini mentali e pensieri per le cose del presente e del futuro. Infine, c'è l'anima o spirito (puoi chiamarlo come vuoi), cioè la parte immateriale dell'uomo che è la persona stessa, l'Io, la cui prerogativa principale è di dare origine a un pensiero, rovistare all'occorrenza nell'archivio chiamato “mente”, fare considerazioni e prendere decisioni. Queste tre parti distinte (corpo, mente e spirito) organizzate insieme costituiscono un sistema chiamato uomo. Purtroppo non ci sono gli spazi per approfondire l'argomento, ma possiamo ancora dire che il corpo, com'è noto, è fatto di materia, occupa spazio e segue le leggi del tempo, ed è qualcosa di distinto dallo spirito, cioè dall'essere, la persona stessa, che non è materia, non occupa spazio e non segue le leggi del tempo. Questo è l'essere spirituale: un'entità che non appartiene all'universo fisico (fatto appunto di materia, energia, spazio e tempo), ma che ci vive “dentro” dirigendo un corpo e usando una mente. La mente è un formidabile sistema che fa da “collegamento” tra il corpo e l'essere e che permette alla persona di interagire con l'universo fisico. Chi prende decisioni non è né il corpo né tanto meno la mente, ma la persona stessa, l'essere. Questo sei tu, che usi la mente e il corpo per mezzo delle decisioni. Prova a non decidere nulla per qualche minuto e vedrai il tuo corpo immobile (apparentemente) assomigliare molto di più a un manichino che a un organismo vivente. Forse questo argomento potrebbe sembrarti poco attinente con quello che è il tema del libro, ma non è così: in realtà ne è il nocciolo centrale poiché le situazioni, i problemi, i successi, gli insuccessi e la vita stessa sono la sommatoria di decisioni prese o non prese da noi o da altri.
Ritornando a quanto dicevamo inizialmente, di fronte a un problema il compito di una persona è di elaborare una soluzione e prendere decisioni.
Una delle condizioni più critiche nella coppia si verifica quando troviamo individui che non prendono decisioni in merito alle situazioni, su una relazione, di fronte a un problema, sul futuro. Non prendendo decisioni non possono o non riescono a darsi degli obiettivi, creando dannose condizioni d'inerzia che possono a volte durare molti anni. Sembra che in natura esista un'equazione del tipo: nessuna decisione = problemi.
L'importanza di queste due attività (prendere decisioni e stabilire obiettivi) è evidente quando osserviamo l'esistenza che conduce una persona quando: 1) non prende decisioni quando è necessario, e 2) non fissa degli obiettivi da raggiungere. Molte di queste persone passano purtroppo la vita come barche in balia delle onde , sperando nella buona sorte o affidandosi al destino.
La vita è un continuo e spesso frenetico evolversi di situazioni e cambiamenti, e il tipo di evoluzione e di sviluppo dipende in buona parte dalle decisioni che prendiamo (o che non prendiamo) e dagli obiettivi che ci prefiggiamo.
In merito a questo argomento, è scontato dire che le opinioni e i modi di vedere divergono molto da individuo a individuo. Alcune persone preferiscono “vivere” alla giornata, altre no. Per alcuni c'è un certo fascino nel non fare programmi. Altri, invece, trovano interessante pianificare e darsi degli obiettivi costantemente. Alcuni lo fanno in maniera metodica come una vera e propria attività, dedicandovi del tempo. Altri lo fanno solo su un piano mentale. Altri ancora trascurano del tutto quest'attività non vedendo in essa nessuna utilità.
Ma cos'è una coppia se non il frutto di una decisione di due persone di stare insieme? Come fanno due partner a creare una salda unione se non hanno degli obiettivi comuni?
Molte persone sono convinte che pianificare e fissare degli obiettivi sia un'attività che interessa perlopiù i manager delle aziende, i politici o gli allenatori delle squadre di calcio. Non è così. Interessa, invece, qualunque categoria di persona: al padre di famiglia, allo studente, all'operaio, al chirurgo, al sacerdote, al panettiere, ecc.
Prendere decisioni e stabilire obiettivi sono tra le attività più fondamentali del vivere, e se non si vuol fare la fine di una foglia trascinata qua e là dai venti, sarà meglio rivalutarne l'importanza.
Ti dirò subito come la penso: l'indecisione e la mancanza di obiettivi sono nemiche della coppia e della persona. Molta della confusione che regna intorno a una relazione è sempre riconducibile al non essersi presi la responsabilità di prendere decisioni, e al non aver voluto o al non essere riusciti a fissare degli obiettivi.
La vita di tutti noi è fatta di tappe più o meno importanti e i cambiamenti sono spesso all'ordine del giorno. Chi può allora vivere senza prendere decisioni e avere degli obiettivi chiari?
L'indecisione porta allo stallo. Decidere, invece, equivale a far fluire le cose, magari anche in una direzione sbagliata. Può succedere. Ma se uno non osa e non rischia, come farà a sapere cosa è giusto e cosa non lo è, o cosa funziona e cosa no in merito alle decisioni e alla vita in generale?
Decidere è: stabilire di andare in una precisa direzione e andarci sapendo cosa fare. Fissare obiettivi è: decidere qual è il punto che si vuol raggiungere, con una valutazione delle risorse ed energie da dover impiegare. In base a queste definizioni possiamo dedurre i suoi contrari. L'indecisione è: non stabilire di andare in una precisa direzione e non sapere cosa fare. Non avere obiettivi è: non sapere cosa si vuole e quale punto si deve raggiungere.
Per alcuni è difficile da comprendere, ma quando non prendiamo decisioni ci mettiamo in balia delle decisioni altrui, e quando non fissiamo degli obiettivi vaghiamo senza una precisa meta, imputando spesso ad altri fattori la responsabilità dei nostri insuccessi. Questo vale tanto per il singolo quanto per la coppia.
A quanto pare, ci sono due modi abbastanza netti di condurre un rapporto. Il primo consiste nel prendere decisioni chiare e fissare obiettivi, quel tanto che basta per avanzare nella vita in modo ordinato; il secondo consiste nel non assumersi la responsabilità di prendere decisioni e nel non fissare obiettivi, vivendo alla giornata, aprendo le porte alla “casualità”, alla confusione, al disordine.
Dedicare del tempo a decidere cosa fare e cosa non fare, fissare piccoli e grandi obiettivi, rivedere quando necessario le proprie decisioni e riesaminare o riaggiornare i propri obiettivi, sono attività che hanno un grande valore, e che se non fatte con costanza possono portare una persona o una coppia nel caos. La vita è già dura per sua natura; lo è ancor di più per chi non stabilisce obiettivi e non prende decisioni per paura di sbagliare, per insicurezza o trascuratezza.
Non è un'affermazione esagerata sostenere che se una persona non prende decisioni e non fissa obiettivi, rischia di cadere in situazioni confuse dove, nei casi più gravi, finisce per non sapere chi è esattamente e cosa vuole (la confusione più estrema). Ogni persona dovrebbe, come minimo, cercare di definire chi è e chi vorrebbe diventare, riconoscere cosa fa e cosa vorrebbe fare, stabilire cosa ha e cosa vorrebbe avere (essere, fare e avere), eliminando così dalla vita una grossa fetta di confusione.
Sono molte le coppie che non prendono decisioni riguardo il futuro e non stabiliscono obiettivi. Farlo, invece, è un fattore stabilizzante e di crescita: i partner hanno concordato e stabilito cosa vogliono fare e in che direzione andare.
Sarà pure una coincidenza, ma tutte le coppie (nessuna esclusa) che ho conosciuto e che non avevano ben chiaro gli obiettivi da raggiungere o che non li avevano volutamente stabiliti, erano coppie instabili.
Un'indecisione è sempre deleteria e, in molti casi, è il frutto e il risultato di due decisioni con valore contrario, che si mantengono in equilibrio impedendo alle persone di far fluire le cose. “Voglio sposarmi”, “Non voglio sposarmi”, “Preferisco convivere”, “Preferisco vivere da solo”, “Mi piace”, “Mi piace più l'altra”, sono alcuni tra le migliaia di esempi di decisioni che hanno una valenza opposta tra loro e che persistendo rimangono in equilibrio creando un'indecisione. Questo non va, però, confuso con chi invece appare indeciso, ma che in realtà ha preso una decisione che preferisce tenere per sé. Mi riferisco a quelle persone che hanno ben chiaro cosa vogliono, ma che per fini e convenienza personale preferiscono non farlo sapere al partner. Questo è un argomento caldo perché il non voler rivelare o far conoscere qualche parte di sé (idee, decisioni, obiettivi, ecc.) è sicuramente un punto a sfavore per la coppia che rivelerà, presto o tardi, tutta la sua forza negativa. Quando una persona comincia a nascondere qualcosa al suo partner o ad avere dei segreti, la relazione ha iniziato il suo declino. Ma di questo parleremo in un capitolo specifico, poiché segreti e sotterfugi sono tra i più micidiali e sottovalutati nemici della coppia.
Bisogna, dunque, fare una distinzione tra chi non prende decisioni e chi invece prende decisioni, ma non le comunica al partner. Pur essendo casi diversi, entrambi danneggiano la coppia e il rapporto.
Contrariamente a quanto sostengono i promotori e gli amanti del “vivi alla giornata”, per una coppia può persino diventare un'attività interessante e divertente decidere cosa fare del proprio rapporto, come gestirlo e su quali obiettivi lavorare. Se un partner non vuole fare questo o non ne è interessato, sarà il caso di approfondire la questione e scoprirne i motivi. Se una relazione è nata da poco, è legittimo prendersi del tempo per conoscersi prima di prendere decisioni importanti e fissare obiettivi, ma se viene usata come scusa troppo a lungo, anche in questo caso sarà meglio indagare sulle reali intenzioni del nostro partner.
Per l'esperienza che ho e sulla base delle mie ricerche, le coppie che non tracciano il proprio futuro, decidendo e fissando obiettivi, sono quelle più instabili e con le minori possibilità di sopravvivenza.