CAPITOLO 34

Il minimo comune denominatore

 

Avrei potuto inserire questo capitolo all'inizio del libro, ma non avrebbe assunto lo stesso significato.

Tutti i dati presenti in questo manuale portano a un epilogo e a una sintesi.

Esiste un minimo comune denominatore per tutte le crisi di coppia. Si chiama "diversità" e riguarda una pluralità di fattori: gli ideali, la personalità, gli scopi, l'educazione, la formazione, la comunicazione, gli interessi, l'intelligenza, la cultura. Non è una singola caratteristica che determina il successo o l'insuccesso della coppia, ma un mix, un insieme. Due persone potrebbero aver ricevuto una differente educazione ed essere vissuti in contesti molto diversi, ma andare perfettamente d'accordo e vivere insieme una vita felice se le diversità sono accettabili e simili. Se, però, alcune caratteristiche predominanti segnano tra i partner solchi e differenze profonde, la storia cambia: quando due persone sono molto diverse tra loro, il rapporto ne soffre amaramente. Non che la diversità non sia un valore. Al contrario. Ma in materia di coppie, due persone si armonizzano tra loro quando i fattori sopra elencati possono incastonarsi e convivere senza difficoltà, e questo è possibile solo in presenza di differenze lievi, minime, trascurabili, appunto armonizzabili. È una questione di quantità. Troppa diversità nuoce alla coppia. Minime differenze, invece, possono permettere a due persone di trovarsi addirittura più attraenti. Se, invece, le diversità sono ampie, anche in presenza delle più nobili intenzioni, non si riesce a costruire un granché. Per questo motivo, quando due persone vogliono costruire un rapporto serio finalizzato al matrimonio, alla convivenza o alla creazione di una famiglia, dovrebbero dedicarsi il tempo necessario per conoscersi, con lo scopo di comprendere quali e quante sono le differenze e le somiglianze per fare le dovute valutazioni. Una minoranza di persone ragiona in questi termini e questo spiega l'ampio numero di coppie che si trovano poi a dover affrontare problemi logoranti e difficili. È vero che due persone possono scoprirsi differenti anche molto tempo dopo essersi conosciute, come è anche vero che gli individui possono cambiare nel tempo: vi sono partner che si scoprono profondamente diversi dopo 20 anni di matrimonio! Ciò nonostante, nel limite delle nostre capacità e possibilità, si dovrebbe cercare di conoscere quanto più possibile la persona con cui intendiamo fidanzarci, convivere, sposarci o mettere su famiglia.

Con le informazioni presenti in questo libro, i margini di errore e di insuccesso si riducono drasticamente, anche se altri fattori (interessi economici, attrazione fisica, solitudine, sesso, necessità di protezione, età, ecc.) influenzano molto le scelte e le decisioni delle persone nel mettere in piedi una relazione.

Innamorarsi è un'esperienza meravigliosa e affascinante, ma bisogna ricordarsi che non siamo su un set cinematografico e che il mondo reale è qualcosa di diverso dalle fiabe, dai romanzi e da quegli spot televisivi che rappresentano spesso la vita familiare e di coppia piena di leggiadria, sorrisi, gioiose carezze e felicità per avere trovato un pacco di biscotti sul tavolo della cucina; anche queste cose fanno certamente parte della vita reale, a cui non mancano però le bollette, il mutuo da pagare, i piatti da lavare, le pulizia di casa, il pannolino da cambiare al bimbo, il bucato da stendere, l'auto in garage che non parte, ecc.

Forse sarebbe opportuno valorizzare uno dei consigli che Leo Buscaglia ha scritto nel libro Nati per amare:

"L'amore è impresso geneticamente in noi, ma esige di essere evocato, studiato, insegnato, praticato, se vogliamo che acquisti un senso reale".

Parole sagge e troppo avanti. smile

 

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