CAPITOLO 17
Invalidazioni
Le invalidazioni tra partner sono un pratica assai diffusa, soprattutto nelle coppie litigiose e in difficoltà.
La parola “invalidare”, nel senso in cui la usiamo noi, è un neologismo e il suo significato è: “sminuire una persona, denigrare le sue idee, le cose per cui s'impegna o lavora, i suoi ideali, togliere valore alle cose per lui importanti, a quello che fa o che possiede”. L'invalidazione è il tentativo di dire a una persona quanto sia sbagliata, inutile, poco capace, di poco valore. È una cosa tanto insidiosa e subdola quanto potente, perché in grado di mettere k.o. il morale di una persona.
In molte coppie le invalidazioni sono all'ordine del giorno e rientrano in maniera consuetudinaria nel linguaggio di alcune persone, con conseguenze decisamente poco piacevoli. Esempi di invalidazioni sono: “Sei scarso”, “Sei un pessimo partner”, “Sei un perditempo”, "Non hai le qualità”, “Non hai capito nulla”, “Non fai niente per me”, “Non sei all'altezza”, “Sei il peggiore del gruppo”, “Tuo fratello è migliore di te”, ecc. sono solo alcune delle infinite frasi che tendono a invalidare la persona, il suo modo di essere, il suo mondo o le cose in cui crede. È l'opposto di: dare valore, approvare, incoraggiare, apprezzare. Le invalidazioni, se vengono ricevute sporadicamente, possono non avere alcun effetto sulla persona o possono avere conseguenze negative minime. Subirle costantemente, invece, crea molto turbamento e generano, in chi le riceve, odio e rancore.
Diciamo questo:
le invalidazioni sono nemiche della coppia.
Il solo scopo dell'invalidazione è sminuire e offendere una persona, attività che nulla ha a che vedere col creare, costruire e mantenere un rapporto di coppia.
Come sappiamo, alcuni degli elementi che caratterizzano una relazione, affinché possa funzionare, sono: stima reciproca, rispetto, sostegno, aiuto e comprensione. Nel matrimonio cattolico, ad esempio, la formula e l'impegno che una persona pronuncia davanti al sacerdote è particolarmente significativa:
“Io, Mario, prendo te, Maria, come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Quante volte abbiamo visto disattendere questa dichiarazione? Alle persone piace essere stimate, apprezzate e rispettate. Con le invalidazioni danneggiamo e indeboliamo psicologicamente il nostro partner, altro che “…amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”!
Le invalidazioni ripetute nel tempo causano nella persona che le riceve:
In particolare, quel che è facile notare è che le persone che ricorrono alle invalidazioni riducono spesso gravemente l'affinità nella coppia a un punto tale da far maturare, al partner che le riceve, la necessità di una separazione, un allontanamento o la rottura definitiva della relazione. L'invalidazione provoca, in molti casi, un'inversione dei valori dell'affinità: l'amore di una volta diventa odio, la stima diventa disprezzo, la simpatia diventa antipatia, ecc. Alcuni sono super-specializzati nell'invalidare il partner e il prossimo, in un continuo sminuire e togliere valore. È facile, purtroppo, trovare intorno a queste persone amici e conoscenti insicuri, nervosi e dal morale basso o instabile. Quando le invalidazioni che si ricevono sono pesanti e ripetute, possono anche arrivare a provocare una forte introversione o depressione nella persona che li riceve. La cosa più assurda e che sorprende è che spesso quando si cerca di far comprendere al proprio partner che le invalidazioni danneggiano il rapporto, questo tende a sminuirne la questione con ulteriori invalidazioni: “Dici solo stupidaggini”, “Taci, fai una figura migliore”, “Le tue opinioni valgono zero”.
Cosa si può fare in questi casi?
Se sei oggetto di invalidazioni da parte del tuo partner (ma vale anche nel caso di un collega di lavoro, un genitore, un amico o del datore di lavoro), la prima cosa che dovresti fare è ovviamente parlargliene, facendogli comprendere che denigrare o sminuire non è di aiuto a nessuno, non crea nulla di positivo e che pertanto non è gradito. In alternativa, puoi chiedergli di leggere questo libro e in particolare questo capitolo. In secondo luogo, bisognerebbe sempre rispondere alla persona che ha l'abitudine di invalidare che ciò che pensa e dice è una sua personale opinione, in modo da sottolineare, con la stessa costanza con cui si viene invalidati, che quanto afferma è una sua idea e non una verità assoluta. È sufficiente, quando si viene invalidati, rispondere: “Questa è una tua opinione personale”, precisando implicitamente in tal modo che altri non la pensano nella stessa maniera. Se queste azioni non portano risultati e l'atteggiamento della persona che invalida non cambia, e ogni altro tentativo si è rivelato inutile, in base alla serietà e gravità della situazione e in relazione all'entità dell'effetto che le invalidazioni causano (alti e bassi, insicurezza, introversione, odio, morale k.o.), non rimane che allontanarsi parzialmente o totalmente dalla persona. Questo di solito, però, avviene in maniera naturale nelle coppie. In effetti, molte delle separazioni e dei divorzi avvengono proprio per questo motivo: eccessiva invalidazione di un partner verso l'altro.
Il punto è che non si capisce e non si accetta il perché si debba essere sviliti, denigrati, offesi, non se ne comprende l'utilità; essendo poi in totale disaccordo con la persona che ci invalida tendiamo a separarci da essa.
Spesso ci si trova di fronte a persone capaci di modificare il modo di porsi e di relazionarsi appena realizzano e capiscono che il loro comportamento e le invalidazioni stanno creando solo turbolenze e malumori. Non sono rare, però, le volte in cui troviamo persone che perseverano nello sminuire gli altri, partner incluso, incapaci di cambiare. È da queste che quasi sempre ci si allontana. Quando non si riesce o non ci si vuole allontanare dalla persona che ci invalida, i due punti sopra (parlare del problema e “opinione personale”) rimangono gli unici su cui lavorare. Ma attenzione: le pesanti e continue invalidazioni - lo voglio sottolineare - possono provocare dei veri crolli psicologici, spesso difficili da sopportare.
In una coppia che non conoscevo personalmente, ma di cui mi venne riferito l'accaduto, la moglie aveva nei confronti del marito un atteggiamento autoritario e sopraffacente. Lo sviliva continuamente anche davanti ai figli, mortificandolo con frasi pesanti del tipo: “Non hai mai fatto nulla in vita tua… sei un fallito… te ne freghi di noi… pensi solo al tuo lavoro… sei un pessimo padre…”, per anni e anni. Dalle informazioni che avevo raccolto, la verità era ben diversa. Alcuni testimoni mi dissero che era un padre modello, che non aveva mai fatto mancare nulla ai figli, integro, lavoratore come pochi e che considerava la vita dei suoi familiari più importante della sua. L'unico "difetto" che aveva è che era fragile e che non aveva mai accettato che la moglie gli fosse così ingrata e irriconoscente nonostante lui si facesse in quattro. Un giorno di fine estate, quest'uomo decise che era meglio farla finita. Andò nel garage, si chiuse in auto, accese il motore e si lasciò morire.
Sottoposti a un martellamento continuo, non sono pochi quelli che subiscono degli stress molto forti e, in alcuni casi, difficili da sopportare. Quando le invalidazioni diventano pesanti non andrebbero mai prese sottogamba e sottovalutate. Che questo fenomeno provochi insicurezza personale, alti e bassi, introversione e perdita di autostima, diventa palese ed evidente quando le persone, allontanandosi dalla fonte delle invalidazioni, sperimentano una ripresa positiva nel morale, un ritrovato ottimismo e voglia di fare.
Le invalidazioni non sono utili a nessuno, non hanno nessun valore terapeutico, non costruiscono niente e non contribuiscono alla stabilità della coppia. Sono decisamente nemiche della coppia! Sono tra le cose che maggiormente generano odio e rancore nelle persone, poiché tutte hanno il valore di un'offesa. Si può non essere sempre d'accordo con ciò che le persone dicono o fanno, ma ci si dovrebbe limitare a un'affermazione di opinione anziché invalidare e offendere. Dire “Non sono delle tue stesse idee politiche e credo che sia corretto aiutare le classi più povere”, è diverso da “Non capisci niente di politica”. Stessa cosa per la frase “Non ti stai impegnando abbastanza sul lavoro”, è molto meglio di “Sei un buono a nulla”. Le prime sono affermazioni di opinioni e possono avere una certa utilità; le seconde sono invalidazioni la cui “utilità” è solo quella di mandare in fumo una relazione. Puoi starne certo.
Andiamo avanti facendo attenzione a non invalidare il contenuto di questo libro.